Foto: seconda partecipazione all'enduro di Dogliani
(CN), con la SWM 125 Mirimin |
La mia prima gara di enduro (che allora si chiamava
regolarità) é stata a Dogliani, con una Puch Frigerio 125,
un anno prima dell'edizione a cui si riferisce la foto.
Secondo me il termine "regolarità" era molto improprio:
a parte il fatto di non dover arrivare in anticipo a timbrare ai controlli
orari, di cose da fare con regolarità non ce n'erano. Bisognava tirare
come matti sempre e basta.
Quel battesimo fu un vero shock: gara durissima, prove speciali in mulattiera,
un fango della Madonna, percorso di quaranta chilometri da ripetersi tre
volte e decimazione dei concorrenti.
In un bosco che si doveva attraversare in discesa si era creato un solco
viscidissimo e pericoloso, tanto che ogni concorrente, dal secondo giro,
veniva praticamente calato per circa venti metri con una corda assicurata
alla moto...
Naturalmente, per le Leggi di Murphy, alla base di quella collina c'era
anche il torrente da guadare, dopodiché iniziava una delle sei Speciali
in mulattiera sulla collina adiacente.
Ricordo bene che a metà del terzo giro ero talmente stanco che procedevo
come un automa, pensando che se tutte le gare fossero state così,
avrei continuato a giocare a tennis; non mi sono ritirato solo perché,
ai controlli orari, mi dicevano che eravamo rimasti in pochi, e poi, fra
i locali, c'era sempre chi ti offriva un sorso di acqua e limone o un bicchierino
di vino...
Comunque fu una vera decimazione: su un numero altissimo di partenti (io
ero nella 125 e partivo col numero 135) siamo arrivati al traguardo in 48.
Ero stremato: ho fatto fatica a staccare le mani dal manubrio, tanto avevo
gli avambracci indolenziti.
Chi ha provato, può confermare. Alla faccia di chi pensa che "tanto
é la moto che ti porta" e non sa che, se non la porti tu, lei
per dispetto ti porta per terra... |
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Delle gare in moto ricordo benissimo tutte le enormi abbuffate
a tavola la sera prima della competizione, alla faccia dei dettami della
medicina sportiva.
Ci si ritrovava tutti attorno ad un tavolo in qualche osteria o nell'albergo
(beh, albergo... tante volte era una pensioncina minuscola) e si dava fondo
a tutto quello che veniva proposto.
Proprio a tavola si stringevano anche amicizie con componenti di squadre
di Moto Club avversari e non di rado capitava di dormire, la notte prima
della gara, nelle stesse camere, se non negli stessi letti.
E questo aiutava molto anche in gara: la solidarietà in situazioni
precarie era molto importante, dato che prima o poi succedeva a tutti di
avere bisogno di aiuto. Mi ricordo un episodio accaduto in occasione di
una gara dalle parti di Verbania, in cui avevo perso la falsa maglia della
catena per un urto in mezzo alle pietre durante una discesa di una mulattiera
impervia. A piedi, tentando di tenere la moto meglio che potevo per evitare
di farmela venire addosso, scendendo piano piano, e lasciando spazio agli
altri che seguivano, mi si presenta uno spettacolo che, se non fosse stato
per la drammaticità della situazione, sarebbe stato esilarante; di
fronte a me, al termine di un tratto di una decina di metri di discesa strettissima,
ripidissima e piena di pietroni scivolosissimi, con una curva secca al termine,
appesa nel vuoto e trattenuta dai rami delle gaggie per il manubrio, penzolava
una moto. Il suo pilota era seduto su un masso li accanto.
Gli si era strappato il filo del freno anteriore proprio a metà del
tratto infernale e col solo posteriore non era riusito ad evitare di "volare"
letteralmente fuori, facendo finire la moto appesa fra i rami.
A meno di essere stati Hulk in persona, sarebbe stato impossibile togliere
la moto da quella posizione, ma siamo almeno riusciti a togliere la falsa
maglia della sua catena, con la quale ho potuto raggiungere il paese... |
Foto: Valle S.Bartolomeo (AL) Prima edizione
del Trofeo "
trasferimento alla prima PS |
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Foto: Un Controllo Orario |
Ci si aiuta sempre, una volta si da, una volta si prende...
Ricordo un episodio nella prima edizione dell'enduro organizzato dal nostro
Moto Club Madonnina dei Centauri
Bella gara, molto fango, ma su un percorso di casa.
Non so spiegarmi per quale legge fisica, alla fine della gara, il fango
mi fosse entrato anche sotto il casco.
Ricordo che, in certi punti, si erano creati solchi profondissimi nel fango,
per cui praticamente potevi andare velocissimo come su un binario.
Al secondo giro in piena dodicesima speciale aiuto Marco, un compagno di
squadra molto bravo e molto veloce, ad uscire dal pantano nel quale, peraltro,
anch'io ero immerso; lui vince, io arrivo secondo, ma lo meritava. |
Una gara anomala, quella di Monteu Roero. Molto semplice ma con speciali
molto veloci, su stradine simili a quella della foto. Se non ricordo male,
il percorso di gara era di circa venti chilometri, da ripetersi sei o sette
volte, abbastanza monotono perché poco impegnativo, a parte la velocità.
Appunto, la velocità, mista al pizzico di sfortuna , mi ha fatto
passare nel letto buona parte di quel Giugno.(se ci si fa caso, la Sfiga
si nota, seduta sul parafango posteriore)
Al quarto giro, a non molta distanza dal punto della foto, iniziava un lungo
tratto in discesa, tranquillo, largo e ben coperto con pietrisco fine. Ci
si poteva andare a manetta senza problemi. E infatti si tirava parecchio.
Peccato che, al momento di uscire da una grande curva sulla destra, abbia
preso in pieno l'unico pezzo di mattone ben mimetizzato. Avete presente
quando ci si accorge che sta per capitare il disastro ma ormai non lo si
può evitare? Ecco, a me é capitato così; sono caduto
e lo stivale destro é rimasto non so come agganciato sotto la moto,
che mi ha trascinato per un po' di metri. Nulla di grave, solo che ha passato
due settimane nel letto con la gamba in alto, appoggiata sopra ad una cassetta
di acqua, per fare assorbire l'ematoma, con una caviglia grossa come il
ginocchio... |
Foto: qualche chilometro prima del crash |
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La botta sul frontale del parafango anteriore destro é il risultato
di un bacio che ho voluto dare alla spalletta di un ponticello simpatico
durante il giro di ricognizione del Rally 333 Minuti.
Mi ricordo che, durante una Prova Speciale notturna, verso le 2, in uno
sterrato che attraversava un bosco, abbiamo illuminato uno strano oggetto
lungo, tortuoso e inquietante, come una scultura moderna, ai bordi della
strada
Giunti al Controllo Orario, ci siamo resi conto, dal baccano infernale,
di cosa fosse l'oggetto misterioso; semplicemente, la FIAT 124 Abarth che
era partita davanti a noi aveva perso tutto lo scarico, dai collettori al
terminale. |
Foto: il primo amore: la Lancia Fulvia
HF Gruppo 4
con livrea ufficiale. |
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Foto: allo start di una prova di velocità
su circuito cittadino con la Lancia Stratos |
Al I Raduno Internazionale Ferrari organizzato dal Ferrari Club Valenza
ad Alessandria, si disputò anche una prova di velocità a cronometro
in circuito cittadino. L'iscrizione era permessa anche alle Lancia Stratos,
in quanto munite del magnifico motore Ferrari 2400 a sei cilindri.
Mi sono iscritto con una Lancia Stratos stradale, in verità con una
livrea un tantino sgargiante...
Il bel ricordo (più che altro una simpatica figura di M...), questa
volta, sta nel fatto che, alla premiazione, alzandomi dalla poltroncina
(eravamo alla sala Ferrero del Teatro Comunale) per ritirare la coppa, il
bottone della tasca posteriore dei pantaloni si impigliò nella seduta
ribaltabile e... avete presente quando l'ispettore Clouseau (La Pantera
Rosa) apre la porta con le chiavi legate alla tasca e rimane coi boxer?
Io ci sono andato vicino... |
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Per la serie"Cronache su come affrontare le sfighe ed
essere felici"
XVIII Rally Valli Ossolane
Prova valida per Campionato Italiano coeff. 3
Ho deciso l'iscrizione all'ultimo minuto, col risultato che abbiamo "tirato
giù le note" il venerdì, una volta sola, con una macchina
stradale, per l'esattezza la Citroen CX Pallas usata per trainare il carrello
con la Kadett sopra.
Non avevamo assistenza: questa non la considero una sfiga, si é trattato
di una scelta improvvisa e non c'é stato il tempo di organizzarsi.
PRIMA SFIGA. Il sabato, nel parco chiuso, pochi minuti prima della partenza,
Maurizio (il mio navigatore) ed io ci accorgiamo che qualcuno aveva sabotato
la nostra auto bucandole una gomma.
Come appena detto, non avevamo assistenza e sulla macchina erano montate
gomme intermedie: nel baule, di scorta, (SECONDA SFIGA) una slick.
Con molte bestemmie, montiamo la slick al posteriore destro (nella foto
si vede) e, appena in tempo, riusciamo a partire regolarmente.
Alla prima speciale inizia a piovere, alla terza diluvia.
Dopo la quinta prova speciale, entrando in un vero e proprio lago travestito
da pozzanghera, il motore cessa di vivere (TERZA). Scoperto che si trattava
solo del fusibile generale e sostituitolo con una fibbietta di ferro (ci
si arrangia), proseguiamo fino al riordinamento per ritirarci, convinti
di essere perseguitati
Giunti al riordino, le nostre "fidanzate" ci dicono che, da una
emittente televisiva locale che seguiva il rallie, avevano appreso che eravamo
undicesimi assoluti fino a quel momento. Una carica di energia! Si resta
in gara! Da notare che, per via del fatto che non facevamo assistenza, ci
presentavamo ai controlli orari prima che arrivassero molte delle auto che
partivano davanti a noi e aspettavamo come babbuini il nostro turno.
Ad Arona, facciamo il pieno di benza in un automatico. Non vorrete mica
paragonare la sgraziata e scomposta vista di furgoni con taniche, imbuti,
gente che corre e meccanici sotto la macchina, confrontata con la gentile
eleganza di un equipaggio che si serve con calma da solo! Fatto sta che
Maurizio dimentica il sotto casco ignifugo sulla colonnina del distributore
e ce ne accorgiamo al momento in cui deve indossarlo prima della partenza
della speciale (QUARTA SFIGA)
Col colletto della sottotuta tirato su fino a coprire il naso, a simulare
il sottocasco, riusciamo a passare il controllo dei commissari e proseguiamo;
alle prime luci dell'alba smette di piovere. Maurizio si é scolato
un intero termos di caffé durante la notte ed a quel punto lo vomita
e torna in macchina incazzato.
Prima del via di ogni speciale abbiamo il tempo di parlare con varie persone
e inganniamo l'attesa del nostro turno sgranocchiando torrone comprato in
un bar in un paesino sperduto. La mattinata scorre, speciale dopo speciale,
nel timore che le gomme ci lascino a piedi. Affrontiamo l'ultima lunghissima
speciale con l'indicatore della temperatura dell'acqua ben oltre il limite
normale; ci siamo dimenticati di aggiungere acqua! Il Kadett GTE 2000 Gruppo
2 era solito berne un po' e noi lo avevamo scordato...
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Foto: Rally Valli Ossolane18° Edizione |
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Ad un certo punto, ci troviamo in un rettilineo a mezza costa,
con la montagna a destra e uno strapiombo infinito a sinistra, la macchina
in quinta piena, l'ago della temperatura oltre il massimo e la strada che
prosegue ancora dritta.
Non posso rischiare di fondere e di ritirarmi in vista del traguardo e rallento
leggermente; al tornante successivo, altro rettilineo lunghissimo.
Dato che le capacità dei piloti non si fanno emergere in una sequenza
di rettilinei, Maurizio ed io ci convinciamo che la prova speciale sia finita
da un pezzo e che semplicemente non avevamo visto il cartello di fine PS
e le nostre note, che pure ci sembravano giuste, in realtà avevano
qualche lacuna.
Con questa convinzione, procediamo ad andatura turistica ammirando il paesaggio
e permettendo al motore di rinfrancarsi un po'.
Purtroppo ci sbagliavamo: le note erano giuste e ce ne siamo accorti quando
in un tornante abbamo visto una marea di persone che ci incitava a darci
dentro...
Avevemo perso oltre otto minuti! (QUINTA SFIGA ENORME).
Finiamo la speciale e portiamo la macchina al parco chiuso, al termine del
rally: il manicotto dell'acqua del radiatore é gonfio come un cotechino
ed il nostro morale é a terra e siamo incazzati come bestie.
Andiamo in albergo a cercare di riposare, in attesa di ritirare la macchina
e tornarcene a casa con la coda fra le gambe. Nel pomeriggio l'umore cambia
guardando le classifiche: siamo terzi di classe e sesti di gruppo. Aleee!
Ritiriamo il trofeo alle premiazioni, carichiamo la macchina sul carrello
e torniamo a casa contenti, anche se in quella speciale del cxxxo ci siamo
giocati il settimo posto assoluto ed il primo di classe.
Le sfighe hanno mosso a compassione qualche angelo custode..
(continua) a data da destinarsi |